"T'amo per questo sogno ardito..."




Il vecchio castagno


Ho sfamato mezzadri e paesani,
scoiattoli e cinghiali; ai bambini
del borgo non ho chiuso i cancelli,
quando venivano a ruspolare,
raccogliendo stecchi per leggeri
  fastelli.
 
In quel capannuccio di frasche
vuoto e cadente, dove dorme
la biscia e il vento ammontina
il suo tesoro di foglie secche,
un tempo vidi sbocciare
il tuo amore, ora larva
dell’evanescente memoria.

Nel castagneto silenzioso
l’eternità tesse la sua tela,
incurante di speranze ed oblio,
ma io, il vecchio marrone,
non posso dimenticare.

So che sei poeta
e molte solitudini hai colmato,
né mirto, né ricchezze
hai guadagnato, solo baci
e carezze di leggiadre amanti,
perenne vena del solitario
  canto.

T’amo per questo sogno ardito,
quasi fratello a me medesimo,
che, schivo, l’ombra e il frutto
spando, in questo autunno mite,
e mi protendo coi ricci aperti
che t’offro in dono, in attesa
dell’inverno che mi spogli.

Infine verrà la morte, per te.
Per me, la saetta o il tagliatore.
Ci sarà un ultimo fuoco,
di fascine e di parole. Qualcuno
in futuro scaverà: il ciocco,
per fare un buon terriccio,
e dai tuoi versi, un fiore!





ALESSANDRO SCARLATTI [1660-1725]
IL GIARDINO DI ROSE: LA SANTISSIMA VERGINE DEL ROSARIO
Oratorio a cinque voci
SINFONIA per archi e basso continuo
I. Adagio II. PrestoIII. Largo e piano IV. Allegro
Accademia Bizantina
 Direzione musicale  Ottavio Dantone


2 commenti:

Anonimo ha detto...

Grazie mia cara amica! Il tuo abbraccio m'ha evocato Matelda, Dante, Canto XXXI, Purgatorio, e anch'io mi lascio immergere nell'acqua purificatrice delle tue immagini, suoni e parole:

"Quando fui presso a la beata riva,/'Asperges me' si dolcemente udissi,/che nol so rimembrar, non ch'io lo scriva./ La bella donna ne le braccia aprissi;/abbracciommi la testa e mi sommerse/ove convenne ch'io l'acqua inghiottissi."

red ha detto...

Sono io che ringrazio te, per la tua Poesia. Un bacio