El sueño.....il sonno......il sogno

"La Disputa del SS Sacramento"


In quanti modi si può tradurre una poesia? Cosa fa di me, che la ascolto, la leggo, la riscrivo nella mia lingua, un traduttore? La definizione di “tradurre”, nel vocabolario della Lingua Italiana, contiene due termini che hanno davvero molto a che vedere col mio personale concetto di Poesia: “trasportare” e “condurre”. La Poesia, massimo livello di percezione umana, altissima, mi trasporta e mi conduce. Il piacere più grande e più vero che ricevo da essa, però, non è nella percezione di questa sua capacità; sta tutto, invece, nel lasciarmi trasportare, nel permetterle di condurmi. Più mi avvicino alla Poesia, più lascio che compia in me il suo piccolo miracolo, più mi accorgo che il mio “lasciar fare” diventa una richiesta, spesso una supplica. Mai disattesa. Tradurre, per me, significa trasportare emozioni, che in forma di parole, sconosciute o solo differenti dal codice dei miei pensieri, viaggiano da una mente all'altra, dall'Autore a me. Traducendo, le parole vengono trasportate altrove, con altri suoni, rivestite di immaginario; arrivano ai pensieri, abituati ad una certa voce, ad una cadenza, e questi, inspiegabilmente, le riconoscono, le assorbono e si lasciano condurre altrove, lungo un misterioso percorso che finisce, sempre e comunque, in me.
E' bellissimo entrare in una poesia e cercarne la chiave, trovarla ed aprire porte di percezione che sono mondi sterminati, dove la non conoscenza è fondamentale per ricevere la conoscenza stessa. Gli strumenti sono la disposizione alla meraviglia, la curiosità, la percezione costante dell'amorevole voce della Poesia, che non tace mai.
Poco importa se la mia traduzione non è  riconosciuta, ufficiale, credibile. Lo scopo del tradurre, per me, non è la divulgazione del Pensiero Poetico di un Autore; esso, il Pensiero, scivola superbo sulle acque della Letteratura, delle Antologie, delle Raccolte, manifesto, condiviso, autorevole. Io vedo le mie traduzioni come piccole barchette di carta, effimere, un po' buffe, sovrastate dalla stazza della grande nave che le precede e che indica loro la rotta, eppure belle, preziose,  capaci di veleggiare.

E' un modo davvero bello di accogliere poesie, di avvicinare poemi, versi e strofe. Bello e difficile da condividere. Quando questo accade, però, la gioia è tale, l'emozione è così intensa, che posso addirittura arrivare a pensare che ciò che sento sia solo il principio di un viaggio più libero e complesso, che non potrò mai fare, ma che  c'è.
E accade.
Questa, che trascrivo a seguire, è una delle più belle traduzioni che io abbia mai letto. E' stata scritta da una persona di straordinaria sensibilità, che compone poesie splendide e ne condivide in rete anche con il nome di grigioazzurro. E' una traduzione della poesia “El sueño”, di Pedro Salinas, riletta da grigioazzurro con occhi interiori, limpidi e puri e trasportata in parole/emozioni, con rispetto e delicatissimo amore. Con il suo permesso l'appoggio qui, come una barchetta di carta sull'acqua corrente del web, e lascio che scivoli via, bellissima, trasportando.......


El sueño

El sueño è un lungo
addio a te.
Che grande vita con te,
in piedi all'erta nel sueño!
Dorme tutto il mondo, il sole,
formiche,le ore,
tutti, tutti addormentati,
nel sueño che dormo!

Tranne te, l'unica
vivente, sopravvissuta,
nel sogno che sogno.
Ma sì, addio:
fra poco me ne vado,
mentre il mattino prepara
tutta la sua necessità
di raggi e risa.
Fuori, fuori, adesso,
ho sognato di galleggiare
marciando in tutto il mondo,
senza poter calpestare
per non avere un posto,
disperatamente.

Ti abbraccio per l'ultima volta:
poi aprirò gli occhi.
Tutto qui. Le linee verticali
cominciano a camminare,
senza perdersi d'animo, seguendo le regole.
I colori esercitano
la loro abilità in blu
rosa, verde, tutto
al momento giusto
oggi si aggiusterà;
Mi ha ucciso el sueño.
Ti sento fuggire leggera
dall'alba, perfetta,
guardando in su, cercando
la stella che non si vede,
il disordine celeste,
che è solo dove possibile.
Dopo, allorchè  sveglio,
quasi non ti conosco,
quando, al mio fianco,  tendi
le braccia verso di me
dicendo: " cosa hai sognato?".

            E io risponderei: "Non lo so              
l'ho dimenticato "
se non ci fosse 
il tuo corpo nudo, preciso 
ad offrirmi le sue labbra
il grande errore della giornata.

Pedro Salinas "El sueño", rilettura lirica di una versione italiana del testo originale, a cura di "grigioazzurro" .

6 commenti:

Barbara ha detto...

Sono passata di qui, ho letto il tuo post e ho realizzato che questo è ciò che sento quando un testo mi cattura e mi trasporta, solo che non avrei saputo dirlo con queste tue parole e questo livello di coscienza. Grazie: mi hai reso un po' più chiari i miei stessi pensieri.

red ha detto...

Grazie a te, Barbara, perché passi da qui e per la dolcezza con cui lo fai.
...e per la cioccolata calda, al cospetto di un antichissimo sagrato, sotto le luci dorate dell'Attesa....nel tuo bellissimo borgo....quasi a sera.

Ti abbraccio col cuore

ariodante76 ha detto...

Ciao Red,
There is a tapestry of myth that is woven differently in Latin cultures... a dream is so much more vibrant, more engimatic and steeped in a folklore that infuses surrealism and desire...

red ha detto...

Yes ...dearest, you captured the beautiful encounter with the word "sueño"....dream...sleep..." a folklore that infuses surrealism and desire..." is able to give life to such a word...

Un fuerte abrazo

Costantino ha detto...

Bravissimo Grigioazzurro,non solo ha tradotto,ha "dato anima" al testo!

grigioazzurro ha detto...

ti ringrazio Costantino, ma red si è scordata nel suo post di precisare che il lavoro più grande lo ha fatto lei... Ti auguro una buona serata e grazie ancora.