Nell'aria...Rossini...

Conservato presso la Galleria degli Uffizi Firenze 


Passarono quasi tre anni da quella sera. Tre anni durante i quali Rossini se ne rimase nascosto, tenuto in disparte, in attesa. Alla fine dell'inverno del 1995, insieme ad un caro amico, comiciammo a pensare seriamente di iniziare a percorrere, da assoluti profani, la strada dell'Opera Rossiniana. Blake, con la sua folgorante interpretazione, aveva lasciato in noi un desiderio di scoperta; e fu davvero con questo spirito che venimmo a conoscenza del Festival Rossiniano per eccellenza. Pesaro...Non ero mai stata in quella città, né ad Urbino. Le Marche erano per me un altrove molto lontano, segnato fortemente dal profilo decisamente particolare del Duca d'Urbino, Federico da Montefeltro, ritratto sullo sfondo dei suoi dolci colli dal talento di Piero della Francesca. Ross, il nostro caro amico, raccolse più informazioni possibili sul Festival: scoprimmo così che si svolgeva ogni anno in agosto e che prevedeva la messa in scena di tre produzioni distribuite in varie sedi nella a noi sconosciuta Pesaro. Scoprimmo inoltre, con estremo piacere, che la rappresentazione in programma al Teatro Rossini, "Zelmira", avrebbe visto la partecipazione di Rockwell Blake nel ruolo di Ilo. Ross procedette alla prenotazione dei posti e alla ricerca di un buon albergo; cercammo inutilmente un'edizione di Zelmira, opera a noi completamente sconosciuta, ma riuscimmo a trovare l'aria "Terra amica", che Ilo canta nel primo atto. Era una registrazione di una performance di Blake ed era una meraviglia, un'autentica meraviglia. Ascoltammo quella splendida interpretazione incessantemente, per tutto il tempo che precedette l'inizio di agosto. Poi cominciarono i preparativi al nostro viaggio. Dalla deviazione per Parma e per tutta la A14 fino a Cattolica conservammo intatta l'attesa di poter ascoltare quello straordinario tenore. I monti della Cisa lasciavano il posto alla pianura sconfinata: Pesaro ci aspettava, laggiù, sulla riva di un mare gentile, misteriosa eppure accogliente come una Terra amica....." ove respira......la consorte e il figlio amato...."e noi sentivamo ormai  farsi più nitide, nel dolce susseguirsi delle colline in lontananza, le note vibranti del Bel Canto Rossiniano.

(continua.....)


Gioacchino Rossini   Zelmira
"Terra amica" cavatina di Ilo
Rockwell Blake   tenore

14 commenti:

Adele ha detto...

Cara Red, come sono avvincenti i tuoi racconti e come riesci a trasmettere le tue passioni! la mia conoscenza di Rossini è ridotta alle arie più famose, ma mi hai fatto venire voglia di scoprirlo, di godermi le sue note...e tutto questo perchè l'amore con cui ne parli e con il quale condividi con noi il tuo percorso non può che che coinvolgere,contagiare...grazie per tutto questo. Un abbraccio,Adele

red ha detto...

Ciao cara Adele,
grazie di cuore per il calore del tuo abbraccio......è bello andare incontro all'inverno così...

Ti abbraccio anch'io...

Francesco Zaffuto ha detto...

Ho ascoltato un paio di volte, grazie per la segnalazione. Anni fa ho visitato la casa di Rossini a Pesaro, anche la sua cantina; me lo sono immaginato come una persona molto cordiale; quell’idea che si sia dedicato alla cucina negli ultimi anni della sua vita, che credevo inquietante, dava invece un senso ad una musica intesa anche come piacere dell’esistere.

red ha detto...

Piacere dell'esistere...non potevi dare definizione migliore del carattere più manifesto di Rossini. Una sensibilità profondisssima, permeata di filosofia...romagnola! Ricordo un aneddoto che lessi anni fa e che non ho più dimenticato. A proposito dell'utilizzo ripetuto di arie e partiture in opere diverse: Rossini era pigro, ma in modo estremamente creativo. Si narra che durante la stesura di un piccolo componimento, forse un'aria di baule, si fosse trovato a letto nella sua camera, fredda perchè il fuoco si era spento. Si dice che il foglio su cui scriveva la musica gli fosse scivolato di mano, finendo lontano dal letto. Avrebbe dovuto alzarsi, uscire dal tepore delle coperte per recuperarlo. Non lo fece. Riscrisse a memoria il brano, con qualche..modifica! Un genio del comporre..e del quieto e buon vivere! Questa è una delle cose che me lo fanno amare così tanto...

Grazie Francesco per essere passato, così posso unire al piacere di ritrovarti anche quello di dirti ancora quanto sia bella e splendidamente scritta la tua commedia in due atti.
Un caro saluto
a presto

Antonio Andreatta ha detto...

ricordo lo stupore, in una calda giornata d'estate,che ho provato di fronte alla luminosità del viso della Madonna del Parto...lo stesso che provo ogni volta che entro nel tuo fantastico mondo. Mi piace Piero della Francesca da quando frequentavo le medie, mi piace questo post...la bici è un momento triste ma stare qui mi aiuta molto. Grazie Red, ti vedo.

red ha detto...

Grazie a te Antonio, ti voglio bene.

Costantino ha detto...

Bello questo viaggio verso"un altrove molto lontano",quelle Marche che ho sempre visto anch'io come un "mixtum compositum" di
genialità musicale ed artistica.
Mi piace particolarmente quel troneggiare del Duca d'Urbino che
guarda e domina i propri territori.
Quel"gagliardo" Federico di Montefeltro,visto anche alla mostra di Piero della Francesca ad Arezzo del 2007.

ariodante76 ha detto...

You made me remember the early days of my love affair with opera. There is a video rental shop, in the neighborhood where I lived some years ago. They had a sizeable collection of opera videos on VHS, and I would rent one or two at a time, eager to get them home, and feast on the great music. Of Rossini, I remember watching La Donna del Lago and Semiramide. Rossini's lovely melodies are so easy to appreciate, much like Mozart. Thanks for the excellent Rockwell Blake video. It is truly magnificent that the Italian public embraced non-native artists, like Rockwell Black and Marilyn Horne, as the great Rossini interpreters of their time.

red ha detto...

Grazie Costantino,
nel soffermare la tua attenzione su Federico da Montefeltro mi hai fatto ricordare un aneddoto divertente, anche se molto irriverente, che lo riguarderebbe; te lo dico bisbigliando, essendo noi al solenne cospetto del Duca...pare che il suo naso avesse questa particolare curvatura per permettergli di spaziare con lo sguardo....sui suoi possedimenti...e sui suoi nemici.....

red ha detto...

Hi dear,
you know...Italians are able to appreciate real talent. Their stability fails when they indulge in supporting....Blake/ Florez, Callas Tebaldi and so on.....That is why I feel less Italian sometimes.....and that's why we, italiche genti, look better when described from strangers who love our culture. Yes..it's a hard work being Italian..but somone has to do it!

Un abbraccio fortissimo....

ariodante76 ha detto...

Lory dear,
I do not like the practice of the claque, the loggionisti who get paid to clap and cheer, or hiss and boo, if they are not paid. However, as an American, I appreciate that most Italians who attend opera performances are at least educated enough not to clap before the final note of an opera... or worse... clap and shout "bravo!" at a mediocre performance, like I have often seen here in America.

Italians have a special way of celebrating their favorite divas... I am thinking of a story told by the great mezzo-soprano Shirley Verrett, who triumphed as Lady Macbeth at La Scala, back in the seventies. The fanatics pushed her limousine all the way to the hotel where she was residing. The local newspaper dubbed her La Nera Callas. It was the highlight of her opera career.

But, there is another story... the time that she gave a recital in Italy, and as one of the encores, she sang a "bis" of Una Voce Poco Fa, with different cadenzas and interpolations. Someone in the crowed shouted, "Lascia stare Rossini!" After a moment, she regained her composure, and responded, "Se Lei non vuole essere qui, vada a casa!" The audience eagerly clapped in approval.

Ah, how I relish these stories...

Anonimo ha detto...

splendido... tutto!

red ha detto...

So do I, dear...I am delighted to read each and every story you tell...

Un abbraccio

red ha detto...

Massimo....
che gioia trovarti qui... ti tengo stretto per poterti dire tutto il mio affetto.
...scrivo e cancello perchè non trovo le parole... ma devo trovarle, anche se goffe e impacciate, per dirti che su questa pagina, fra le righe dei post, fra le immagini che sono spesso le stesse che tu ami, c'è stato, c'è e ci sarà sempre un abbraccio così per te. Anche se non avrai voglia di scrivere..anche se passerai zitto zitto..c'è un abbraccio in agguato...considerati abbracciato sempre, con tutto il mio affetto.

Un sorriso