L'importanza del ripensamento


Il mio modo di guardare la Pittura è cambiato nel corso del tempo, all'inizio mi piaceva soprattutto riempirmi gli occhi di colore: rimanere in silenzio davanti ad un dipinto significava rendere colorato e nuovo il mondo che avevo intorno. Poi ho cominciato ad ascoltare le persone che, come me, si avvicinavano ai dipinti, agli affreschi con passione ed amore, così ho imparato che dietro un dipinto ci sono molte storie, intrecciate fra loro, un lungo percorso che conduce fino a ciò che tutti possono vedere sulla tela o sulla parete incisa. Il profumo delle tavole di tiglio, che ho visto preparare per essere dipinte.. la cera naturale e l'essenza di trementina... il profumo dell'olio di lino per stemperare i colori.. oppure l'incisione nell'arenino fresco e scuro, ancora bagnato, solcato da un punteruolo che segue i puntini di carboncino che lo "spolvero" lascia sulla parete...tutte queste azioni fondamentali per la costruzione di un dipinto, non sono nulla ai miei occhi se confrontate con il "ripensamento": la traccia lasciata su un quadro o su un affresco dal pittore, che decide di modificarne le caratteristiche o gli elementi in corso d'opera. Il primo della mia vita ho potuto ammirarlo grazie ad una persona a me molto cara, eccellente e colta guida, che mi ha accompagnato a visitare la Libreria Piccolomini, nel Duomo di Siena. Inutile dire che tutto in quell'esiguo ambiente è un'opera d'Arte, dal pavimento, alle bacheche dove sono conservati i codici miniati, alle parerti affrescate dal Pinturicchio, che illustrano momenti della salita al soglio pontificio di Enea Silvio Piccolomini con il nome di Pio II; proprio su una di queste pareti mi fu mostrato un ripensamento del Pinturicchio, non ricordo in quale degli affreschi, ma ricordo che riguardava la posizione del piede di uno dei molti gentiluomini che ne affollano le scene. Mi fu mostrato ed io sul momento non ne compresi il valore.. anzi mi sembrò un errore mal celato, visto che la traccia lasciata dall'incisione originale, poi cambiata spostando l'inclinazione del piede, era ancora piuttosto visibile. Allora la mia guida mi spiegò che quella traccia era molto importante, perché era il segno tangibile del "pensiero vivo" del pittore.. l'attimo in cui ciò che era stato concepito aveva cambiato espressione, linguaggio, prospettiva. All'improvviso tutto assumeva un significato più complesso ed io mi rendevo conto di trovarmi di fronte ad un gesto preciso, compiuto dal pittore seguendo l'evoluzione di un ragionamento. Mi sono commossa molte volte al cospetto di una di queste tracce viventi, e continuo a pensare che siano la più emozionante prova della grandezza dell'Arte, del suo comunicare da lontano, il vero messaggio della pittura oltre la perfezione, oltre lo stile e la bellezza che toccano il cuore... l'incontro inaspettato con l'anima di  un capolavoro.


Image: Gli affreschi del Pinturicchio nella Libreria Piccolomini nel Duomo di Siena

2 commenti:

Anonimo ha detto...

post da Red, superlativo !
grazie grazie... dovrei avere più tempo per fermarmi di più su questo blog, temo sempre di perdermi qualcosa, maledetto tempo.

red ha detto...

Grazie.. sei troppo gentile...ma mi fa molto piacere poter condividere la silenziosa meraviglia che si nasconde spesso sotto il colore di un dipinto, o nella superficie di un affresco...è un modo molto vivo di godere la bellezza di un'opera d'Arte... grazie a te.. a presto spero.. continuo ad accedere solo al post del 9 dicembre.. puoi darmi qualche indicazione o delucidazione? Perchè in questo momento sono io che sto perdendo qualcosa.. non potendo seguirti.. aspetto notizie..ciao ciao