Normalità


Cade un altro ponte, fortunatamente senza conseguenze troppo gravi, giusto in tempo per ricordare a chi come me vive su questo cornicione di terra chiamato Liguria a quale "normalità" speriamo di ritornare. Dall'inizio di questa emergenza i giorni se ne sono andati via senza fare rumore. A ripensarci ora sembra quasi che non siano passati. Nemmeno i sobbalzi e i sussulti dettati dall'angoscia hanno potuto imporre a questi giorni un peso reale. Sono stati parte di un brutto sogno, di quelli in cui si cade lentamente senza mai arrivare, in cui si grida e si chiama qualcuno senza emettere alcun suono. Eppure avranno un valore anche questi giorni caduti dal calendario. Devono averlo, soprattutto per noi liguri, che non sprechiamo né buttiamo via mai niente. Torneremo alla normalità, ancora qualche margherita, qualche giro di corolla, ma la normalità non sarà quella che traspare non detta dalle pubblicità. Smetteremo di temere un virus oscuro e forestiero per riprendere a diffidare del paesaggio in cui viviamo. È una terra verticale, questa regione. Chi ci ha portato fin qui, quelli prima di noi, quelli che andavano a piedi per intenderci, sapeva bene quanto è vero che qui, in Liguria, nessuno si salva da solo.

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