Scene da un Hopper

Edward Hopper
" Room in New York "


NOTTURNO


<< Non andare via...>> 


<< Non sto andando via. >> 


<< Lo sai che la mia vita finirà, se te ne vai. >>


<< Perché parli così...? Cosa ti fa pensare che me ne andrò?>> 


<< Il tuo vestito >> 


<< Il mio vestito? Quale? >>


<< Questo che indossi ora, rosso. >> 


<< Pensi che lo abbia indossato per andarmene? >> 


<< Sì >> 


<< Non è così. Amo questo vestito, lo sai. Come amo te >> 


<< Sì, nello stesso modo. >> 


<< Cosa vuoi dire...>>


<< Mi ami come un vestito che hai indossato >> 


<< Dalle tue parole sembra che io ti abbia usato. Ti senti usato? >>


<< Sì. Non andartene. Potrei alzarmi adesso, accartocciare questo giornale tra le mani fino a renderlo inservibile. Potrei farlo con te. >>



<< Non lo faresti mai >>


<< Se ne fossi capace, piangerei >>


<< Non ne sei capace. >>


<< A che ora arrivano June e Doug...? >> 



<< Alle nove >>


<< Andrai via, lo so >> 


<< Sì >> 


<< Quando...>>


<< mai... >>



4 commenti:

Antonio Martín Bardán ha detto...

Gracias, Red, por esta bella entrada. El expresivo cuadro de Hopper y la sentida música de Chopin.

Un abrazo.

ariodante76 ha detto...

palpable tension...

Francesco Zaffuto ha detto...

Le parole del dialogo, il notturno di Chopin e il quadro di Hopper stanno in un insieme che smorza il respiro; come se la nostalgia del passato si andasse scontrare con una nostalgia del presente che minaccia di diventare passato. Passando, sono sceso a guardare i tuoi post precedenti e non me ne pento.
Riguardo all'asino, ben felice di andare nella fuga delle stanze.
Ciao
francesco

Anonimo ha detto...

Io ho altre sensazioni.
Con calma te le scriverò.

Oh, un bel blog il tuo.
Un sorriso
gelsobianco