"e sfugge al mare dalle braccia d'alghe..."



Scirocco

O rabido ventare di scirocco
che l'arsiccio terreno gialloverde bruci;
e su nel cielo pieno
di smorte luci
trapassa qualche biocco
di nuvola, e si perde.
Ore perplesse, brividi
d'una vita che fugge
come acqua tra le dita;
inafferrati eventi,
luci - ombre, commovimenti
delle cose malferme della terra;
oh alide ali dell'aria ora son io
l'agave che s'abbarbica al crepaccio
dello scoglio
e sfugge al mare da le braccia d'alghe
che spalanca ampie gole e abbranca rocce;
e nel fermento d'ogni essenza,
coi miei racchiusi bocci
che non sanno più esplodere oggi sento
la mia immobilità come un tormento.

Eugenio Montale

Eugenio Montale, Scirocco
da Ossi di seppia

6 commenti:

Lara ha detto...

"...ora son io
l'agave che s'abbarbica al crepaccio
dello scoglio"

Quanto mi è sempre piaciuta questa poesia, cara Red! Ha una intensità talmente forte che una volta letta, non si può più dimenticare.
Grazie!
Buona giornata,
Lara

red ha detto...

Sì..è stupenda... ce l'ho nel cuore perché la mia regione arriva al mare di colpo, precipitando giù dai monti...come se non sapesse che il mare è lì..e non avesse avuto il tempo di prepararsi un lido... da questo nasce il carattere diffidente e chiuso dei liguri... siamo affacciati sulle ampie gole..abbarbicati come agavi...
Un abbraccio Lara, buona serata

adamus ha detto...

Ciao Cara, Poesia stupenda e anche Manarola è un sogno. Conosco bene le Cinque Terre , un vero paradiso.
Un abbraccione stritoloso.

red ha detto...

Buongiorno Adamus, un sorriso...stritolato
Ti abbraccio

orso - homine de su marghine.. ha detto...

leggendo montale mentre guardo la foto mi pare di essere in mezzo al mare in burrasca..ciao notte notte..
ps aspetto di vedere il post

red ha detto...

dolce notte a te...e grazie davvero