Viaggio in Italia in compagnia di Goethe




<< Da Bolzano a Trento si percorre per circa nove miglia una valle sempre più ubertosa. Tutto ciò che fra le montagne più alte comincia appena a vegetare, qui acquista forza e vita; il sole brilla con adrore e si crede ancora in un Dio.......L'Adige scorre a questo punto più tranquillo e in molti luoghi forma estesi banchi di ghiaia. Lungo il fiume e sul dorso delle colline la coltivazione è così intensa e così folta da far pensare che tutto debba soffocarsi a vicenda: filari di viti, granturco, gelsi, mele, pere cotogne e noci. Lungo i muri si protende vigoroso il sambuco, lungo le rocce l'edera s'arrampica in tenaci fasci spampanando tutto all'intorno, la lucertola striscia fra gli intervalli, e così tutto quello che si vede e si muove qua e là, fa pensare ai quadri prediletti. Le trecce delle donne raccolte sulla nuca, il petto nudo dei maschi in abiti leggeri, gli splendidi bovi che vanno e vengono dal mercato alla casa, gli asinelli curvi sotto il carico - tutto questo sembra un quadro vivo e parlante di Heinrich Roos.>>

E' molto piacevole viaggiare con Goethe, non potrei essere più felice di aver intrapreso questo Grand Tour in sua compagnia; la sua amabile conversazione, in un ottimo italiano imparato con passione, è ricca di commenti ed appunti a ciò che scorre davanti ai nostri occhi. Neppure la scomodità dei mezzi di trasporto o le ore scelte dai postiglioni per partire, non sempre le più agevoli per i viaggiatori, riescono a diminuire il suo entusiasmo, che anzi cresce di ora in ora, per la visione di un cielo sereno o della frutta abbondante offerta dai contadini lungo strada. Sono sicura che, anche mentre scrive le pagine del suo diario di viaggio, nella quiete serale delle camere in cui alloggia lungo il percorso, il suo viso mantiene l'entusiasmo provato durante il giorno, ed i suoi occhi non smettono di brillare...
  
Trento, 11 settembre 1786, mattina

<< Ho fatto un giro per la città, che è antichissima, ma che in alcune vie ha case moderne di buona costruzione. Nella chiesa (Santa Maria Maggiore) c'è un quadro in cui gli intervenuti al Concilio ascoltano una predica del Generale dei Gesuiti. Sarei davvero curioso di sapere cosa può aver dato loro da intendere.>>

 Elia Naurizio, Congregazione Generale del Cocilio di Trento, 1633



Chiesa di Santa Maria Maggiore, Trento

Il viaggio riprende, alla volta di Verona, ma lungo la strada Goethe decide di fare una deviazione, attratto dalla presenza del Lago di Garda nelle vicinanze. L'essere giunto in terre in cui si parla finalmente italiano lo ha reso felice e, se possibile, ancora più entusiasta. Non oserei mai infrangere la sua riservatezza nella stesura del diario, ma posso immaginare, osservando le sue reazioni adesso, che saranno nuovamente pagine intense di gioia e godimento.



Torbole, 12 settembre, pomeriggio

<<...Per questa sera, mi sarei già potuto trovare a Verona; ma a pochi passi da me c'era questo maestoso spettacolo della natura, questo delizioso quadro che è il lago di Garda, ed io non ho voluto rununciarvi; mi trovo generosamente compensato d'aver allungato il cammino.
Sono partito da Rovereto dopo le cinque, prendendo per una valle laterale, che versa le sue acque ancora nell'Adige. Arrivati alla sommità, si presenta in basso un enorme ciglione scosceso, che si valica per poi scendere fino al lago. S'incontrano qui le più belle rupi calcaree, che si presterebbero a studi pittorici. Scendendo fino in fondo, si trova poi un paesello sulla punta settentrionale del lago col suo piccolo porto o meglio luogo di approdo, che chiamano Torbole. Lungo il cammino, gli alberi del fico mi avevano già spesso tenuto compagnia e nello scendere per quell'anfiteatro di rocce ho trovato anche i primi ulivi carichi di bacche ed anche, per la prima volta, e comunissimi, quei piccoli fichi bianchi che la contessa  Lanthieri mi aveva fatto intravedere come una ghiottoneria.>>




A Torbole alloggiamo presso l'Osteria Alla Rosa, Goethe è contento di essere giunto qui, gironzola per le vie del paese, col fresco della sera, e mi racconta delle trote giganti che ci serviranno a cena, così simili al salmone nel sapore, dello stupore per le case aperte, senza serrature alle porte e della sconcertante abitudine degli abitanti del posto di soddisfare i propri bisogni urgenti all'aria aperta e dovunque. Riprenderemo il viaggio scivolando sulle calme acque del lago, fino a Malcesine, poi giungeremo finalmente a Verona...prima importante tappa del nostro viaggio insieme. 





Brani tratti da
Viaggio in Italia
1786-1788
di Johann Wolfgang Goethe
nella traduzione di Eugenio Zaniboni
Titolo originale dell'opera: Italienische Reise


2 commenti:

Anonimo ha detto...

molto bello Red ! come tornare indietro nel tempo... ciao

red ha detto...

ciao Massimo, grazie per le tue parole sempre gentili..buon fine settimana!