Aspettando il Giro


L'arrivo della primavera per me coincide sempre con il ritorno della bicicletta nelle mie giornate. Riprendono i lunghi "giri" fino al porto di Sestri e anche le gare ciclistiche trasmesse in tv. Fra poco partirà di nuovo il Giro e come ogni anno lo sto già aspettando. Ieri ho cercato questa foto in rete, apparentemente senza un motivo, e poi osservandola mi sono resa conto che in realtà ne avevo bisogno per esprimere un sentimento particolare, il modo in cui aspetto l'arrivo del Giro. Le bici, le strade, l'attrezzatura sportiva, i materiali, tutto è estremamente colorato e tecnologico, ma il Giro per me è sempre quello che si vede in questa foto ed è questo che aspetto, che evoco ogni anno in questo periodo, come una divinità protettrice dei ciclisti vecchio stile come me. E la divinità, spirito antico del Giro, arriva puntualmente senza farsi desiderare. Sarà lì accanto per tutto il tempo della Corsa, dalla partenza all'arrivo, tappa dopo tappa, silenziosa come un significato nascosto, struggente come una promessa mantenuta.

2 commenti:

Costantino ha detto...

Ricordo il Giro del 1956. Avevo cinque anni e mi facevo ogni giorno una scorpacciata di ciliegie (maturavano ogni anno, puntuali, nel periodo della corsa rosa).Il Giro lo stava vincendo Fornara,di Borgomanero,città a due passi dal mio paese. Quel giorno mio papà accese la radio per seguire la radiocronaca, ed io gli ero accanto. Era la tappa del Monte Bondone, una salita quasi innocua, ma non in quel giorno terribile di neve, freddo, gelo, bufera.

Vinse Charly Gaul, uno dei pochi a raggiungere il traguardo, ed io decisi di diventare tifoso di quel grande scalatore lussemburghese.

red ha detto...

Bellissimo ricordo e anche il modo in cui lo hai raccontato, come se stessi guardando dritto verso quei momenti e quelle sensazioni. Grazie di averlo scritto e dell'onore di poterlo ospitare qui.