Mettere in ordine


 

 
 
Mettere in ordine le proprie carte dopo un trasloco è quasi un'inversione del percorso, o una ripartenza. Costringe a tornare indietro per una via molto particolare, che non porta nostalgicamente al passato ma lo ripropone, lo filtra, in un certo senso lo ripulisce. È come traslocare anche con la mente. Si è costretti a dare un significato definitivo alle parole "dimenticare" e "ricordare". Credo anch'io, come tanti, che non si possa in realtà dimenticare mai niente e nessuno. Dimenticare è una pratica impossibile da mettere in atto, è un verbo fantastico, immaginario, un'illusione. Si può solo scegliere cosa ricordare e cosa no, e questo potere decisionale sta tutto nell'attimo in cui la mente estrae immagini o parole dall'archivio dove tutto, ma proprio tutto è conservato. Scegliere di ricordare è una forma d'amore, verso sé stessi o gli altri, dipende. Scegliere di non ricordare è cestinare, accantonare, scartare. Niente di poetico, finché la distrazione non lo tinge dello struggente nitore della dimenticanza.

Nella foto:
Ignoto pittore olandese, (1628 ca.) Monaco Alte Pinakothek.

Pur, chissà, temer conviene / che m'inganni, amando ancor.

Hans Thoma, Scorcio del parco di Casa Holtz (1883), Städel Museum - Francoforte.


Mi lusinga il dolce affetto
con l'aspetto del mio bene.
Pur - chissà? - temer conviene,
che m'inganni amando ancor.
Ma se quella fosse mai
che adorai, e l'abbandono;
infedel, ingrato io sono,
son crudele e traditor.
 
Georg Friedrich Händel, Alcina.