Sotto la pioggia il mare non è più il mare

Claude Monet, Les falaises de Pourville sous la pluie (1886)
Sotto la pioggia il mare non è più il mare. Si può stare ore a guardare le gocce di pioggia trafiggere la sua superficie senza provare l'impulso e l'inquietudine di un improvviso addio alla terra ferma, condanna di chi vive sulla riva. Il mare lo sa, sa di perdere la sua spaventosa potenza agli occhi della gente, per questo si agita sotto la pioggia e sbatte con fragore sugli scogli. È bello guardarlo mentre si bagna d'acqua dolce. La pioggia cambia la sua apparente natura di via d'acqua, ne fa una specie di illusione di terra azzurra, una distesa di macauba grigio venato d'oro dai lampi del cielo. Ho visto anziani pescatori sestrini guardarlo dalla riva con espressioni indefinibili negli occhi: delusione, disappunto, rivalsa, tenerezza, amore.



2 commenti:

Costantino ha detto...

Accompagnato da una melodia di Charles Trenet e da un dipinto di Monet, ripercorro con la fantasia il lungomare di Sestri, inseguito da tanti ricordi che tengo fermi ma che non oso più incontrare.
Non mi accorgerei nemmeno della pioggia, se non fosse per le imprecazioni di quel vecchio pescatore che forse non c'è più se non nella sensazione del passato.
E mi torna in mente qualche verso studiato a memoria in quarta ginnasio : "Ne pourrons nous jamais ,sur l'ocean des ages , jeter l'ancre un sol jour ?"
Si veste di grigio ,e assume la tristezza dei "miei" laghi, il mare, quando piove.

red ha detto...

Meraviglioso commento...Grazie...