Passeggiare sé stessi

Henri Lebasque (1865-1937) Le pont sur la Marne à Lagny




Non conoscevo questo dipinto e a prima vista non avevo notato la minuscola figura con parasole che passeggia sul ponte. È incredibilmente viva, sorprendente come un movimento improvviso in una scena di assoluta immobilità. Ogni particolare di quest'opera è affascinante: il riflesso del ponte sull'acqua, le nuvole, le pietre di cui è fatto il ponte, la fila di alberi che si specchia nella Marne a sinistra, accanto alle case...però...si deve tornare a posare lo sguardo sulla piccola figura lassù, per vedere compiersi il prodigio racchiuso in questo dipinto. È come premere su un interruttore, come avviare il meccanismo automatico di un presepe: gli occhi si posano su quella goccia di colore e subito l'acqua riprende a scorrere sotto il ponte; l'aria fresca scompiglia appena le chiome degli alberi e sposta le nuvole, le fa salire in alto; la figurina gentile procede leggera, eppure si può sentire il suono dei suoi passi sull'acciottolato, il fruscio del suo abito, il respiro calmo e ritmato. È così vera, così viva, che viene voglia di agitare un braccio e attirare la sua attenzione, per raggiungerla e chiederle di percorrere un tratto di strada insieme. Passeggiare. In francese si dice "se promener", con il "se" riflessivo, come dire: passeggiare sé stessi, portarsi in giro, con i propri piedi, con la propria anima.

2 commenti:

Costantino ha detto...

E...di là dal quel ponte, spartiacque tra il comune ed il magico, c'è lo splendore di un mondo inesplorato da scoprire.

red ha detto...

Sì, Costantino, lo penso anch'io e per anni ho viaggiato in quella direzione. Oggi però mi rendo conto di cercare nei dipinti qualcosa di più concreto, un esercizio alla sensibilità, una visione più ampia delle cose. Oltre questo ponte, ad esempio, io vedo qualcosa di inspiegabile, o almeno non spiegabile con una sola visione individuale, qualcosa di così universale da rendere angusta la mia visione più ampia. E provo il desiderio di superarla, di inoltrarmi in quel dettaglio e allargare la mia visione e così imparare ad ampliarla sempre di più. Oggi per me la Pittura è soprattutto scuola di pensiero, l'unica capace di parlare un linguaggio così complesso e ricco di argomenti con pochi tratti di colore su una tela.