Conversazione


Viktor Borisov Musatov, Due signore sedute (1899)




Oggi pomeriggio ho avuto ancora la fortuna di prendermi cura di mia suocera. È un grande regalo che ricevo dalla vita e una grande lezione. È facile stare con lei. Per tutti i trent'anni della nostra frequentazione non le piaceva affatto che non fossi capace di spettegolare un po', di chiacchierare fitto. Mi diceva: parli troppo poco ed era così che terminavano tutte le nostre conversazioni. Adesso che è molto anziana e il suo dialogo interiore ha preso il sopravvento sulla realtà, ho la chiara sensazione che le piaccia molto come stiamo insieme: sedute davanti alla vetrata della sua veranda, a guardare il giardino e il grosso albero di magnolia giapponese che supera il tetto della casa. Stiamo così, in silenzio e guardiamo fuori. A volte il suo dialogo interiore straripa dalla sua mente nella stanza, allora lei si volta verso di me, volgendo appena il capo e aspetta che io dica una parola prima di riprenderselo e la mia brevità è perfetta, è proprio quello che ci vuole. Poco fa, prima di lasciarla, la guardavo di nascosto. È ancora molto bella, ma oggi si notava di più la sua fragilità. Per questo ho deciso di scrivere qui di queste nostre conversazioni silenziose. Sono attimi di incredibile equilibrio, di pace, di reciproca comprensione. Vorrei salvarli, non solo nella mia memoria; vorrei celebrare la loro essenziale perfezione. So farlo solo scrivendo.

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