Maigret e la signora Maigret





Da qualche tempo mi godo la compagnia di Maigret, nell'interpretazione magistrale del grande Gino Cervi. È un personaggio molto legato alla mia infanzia, e forse è stato proprio un momento di nostalgia a spingermi a rivedere gli episodi di quella lunga serie, ma ora mi piace stare in sua compagnia soprattutto per l'altissima qualità della messa in scena. E per Andreina Pagnani, la signora Maigret. Le scene d'interno in casa del commissario, le colazioni, le cene, i piatti coperti in attesa del ritorno, le telefonate in piena notte, sono tutte illuminate dalla bellezza di questa donna, che è moglie solo convenzionalmente, ma è soprattutto compagna di viaggio. Mi piace la signora Maigret. Mi piace come Andreina Pagnani la fa parlare, come la fa entrare e uscire dalle stanze, sempre attenta, premurosa, anche quando totalmente in disaccordo con Maigret. Gli occhi magnifici di questa grande attrice sanno rendere la devozione, la dedizione. Una delle scene in cui questa è più visibile è quella in cui Maigret esce di casa per andare al lavoro: la signora Maigret spazzola per bene il paltò, controlla ogni dettaglio con i suoi grandi occhi avvolgenti, poi guarda Maigret come se vedesse tutta la fatica e le difficoltà cui il marito sta per andare incontro e, piegando lievemente la testa di lato, dice sorridendo :- Buona giornata Maigret - Non si tratta semplicemente del saluto affettuoso di una moglie devota. A me sembra ci sia qualcosa di più. Così sono andata a cercare qualche informazione sulla vita di questa splendida attrice, ed ho scoperto il legame professionale, artistico che Andreina Pagnani aveva con Gino Cervi, un legame durato praticamente per tutta la sua carriera. Ho immaginato l'intensità con cui questi due grandi attori hanno condiviso le scene teatrali, i successi, ho immaginato la loro complicità, quella rara, ricercata, di chi sa di poter contare sull'altro mentre recita la propria parte. Spesso, nel corso di una scena, è possibile vedere nell'impeccabile scambio di battute l'intesa profonda fra i due attori e questa intesa, questa fiducia assoluta nel vivere quella scena è così forte, così grande da traboccare e confluire nel dialogo fra i due personaggi. Si può percepire la stima reciproca che devono aver provato Cervi e la Pagnani, il rispetto, il divertimento nel condurre i personaggi lungo la vicenda, ed è la stessa stima che traspare dalle attenzioni della signora Maigret, o del commissario, quando le affida un compito troppo umile per la sua regalità; ed è lo stesso divertimento con cui entrambi ridono o si scambiano piccole provocazioni affettuose, come quando Maigret si rivolge alla moglie chiamandola Louise e lei si meraviglia, con occhi grandi da bambina, ma solo per un istante, poi ironizza e chiede conto di quell'inconsueto modo di essere chiamata e Maigret, intenerito forse più dall'intelligenza di quell'ironia che dalla circostanza, risponde :- Scusami cara, hai ragione, ma sai...mi sono emozionato. 

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Anch'io mi sono emozionato.
Ho tutti i dvd di Maigret con Gino Cervi e periodicamente li "ripasso", perchè mi restituiscono atmosfere irraggiungibili altrimenti: non solo teatro, letteratura e una tv che non esiste più, ma anche la mia infanzia, i momenti trascorsi a guardare quelle splendide storie davanti a una tv in bianco e nero vicino ai miei genitori, con i nostri volti illuminati solo da una stufa o da un caminetto.
Magari sonnecchiando un po'. Non per noia, ma per copiosità di benessere.
Dopo tanti anni ho capito che per me Gino Cervi è il focolare. E sia nei panni di Maigret che in quelli di Peppone, lo resterà per sempre.
Ms

red ha detto...

...un focolare...non esiste definizione più giusta e condivisibile, perché Cervi ha saputo rendere questo aspetto di Maigret. la sua capacità di raccoglimento, in modo mirabile e da molti punti di vista. Mi viene in mente quello di un suo compagno/avversario di storia, Radek, l'assassino di Una vita in gioco, episodio che ho rivisto proprio ieri. Anche lui esprime a suo modo la struggente nostalgia per la dimensione raccolta, intima, che Maigret sa portare nel suo mestiere tutt'altro che poetico. E lo dice chiaramente nell'ultinma scena del loro lungo confronto: alle spalle di Maigret che si avvia a lasciare la cella, Radek insinua ancora la sua voce lamentosa negli ultimi istanti della storia e dice, con voce sofferente, povocatoria, quasi consolata:- ...e...ora...voi ritornerete da vostra moglie, non è vero...vi avrà preparato il caffé. - Gramde Simenon, grandissimo Volonté e immenso Cervi.
Grazie di cuore del tuo bellissimo commento e di leggere ancora :)

Costantino ha detto...

Avevo visto quelli che allora venivano definiti "sceneggiati televisivi", avevo poi letto la raccolta completa di tutte le inchieste di Maigret, nei volumoni pubblicati all'epoca da Mondadori.
Mi sono formato la convinzione che il Maigret di Gino Cervi era superiore a quello del libro ( grazie anche all'apporto, se ben ricordo, di Camilleri ).
Come anche ritengo, in maniera ancora più evidente, che il Peppone dei libri debba moltissimo al Peppone - Gino Cervi.
Un saluto, Costantino

red ha detto...

Ciao Costantino, grazie di scrivere qui, le tue parole mi hanno invitato a cercare in rete, ho trovato un'intervista a Camilleri proprio riguardo al suo impegno con la serie di Maigret. È un articolo bellissimo, molto divertente e pieno di umanità, in perfetto stile Camilleri. Ecco il link

http://www.vigata.org/maigret/maigret.shtml

un caro saluto a te a Giada.