L'odore delle città

Lawrence Alma - Tadema
A coin of vantage
(particolare)


In questi giorni ho avuto il piacere di leggere un articolo molto bello, pubblicato sulla rivista Archeologia viva , intitolato " Rosantico, un fiore per Afrodite". È  dedicato ad una mostra che si è aperta il 23 marzo scorso presso il Museo archeologico nazionale di Paestum e che fino al 31 ottobre celebrerà la fama delle coltivazioni di rose profumatissime che circondavano i templi di Paestum nell'antichità. Non ho potuto fare a meno di viaggiare un po' nel tempo, complice la citazione riportata in testa all'articolo, tratta dalle Georgiche di Virgilio: " Se non fossi al termine delle mie fatiche...canterei dei roseti di Paestum che fioriscono due volte l'anno", e mi sono unita idealmente ai viaggiatori del passato, che avevano la possibilità di ricordare le città che più avevano amato visitare non solo per le bellezze architettoniche e artistiche che vi avevano ammirato, ma anche per l'odore delle strade, per le fragranze disperse nell'aria. Cerco di immaginare cosa dovesse essere passeggiare nelle vicinanze dei roseti di Paestum, respirare lentamente il profumo delle rose sotto il sole, o nel vento più fresco dell'autunno. Viaggiare in antico era anche o forse soprattutto questo. L'assenza di polveri sottili nell'aria delle città permetteva ai viaggiatori di sentire ogni più delicata fragranza e di farne colore, musica, strofa per fissarla nell'immaginario collettivo e perpetuarne la misteriosa magia. Penso a Goethe, al suo Canto di Mignon, " Kennst du das Land...Conosci il Paese dove fioriscono i limoni?/  Nel verde fogliame splendono arance d'oro/ Un vento lieve spira dal cielo azzurro/ Tranquillo è il mirto, e sereno l'alloro/ Lo conosci tu bene? ", quel vento lieve, che spira dal cielo azzurro è lo stesso di Paestum e i profumi che reca con sé sono tutt'ora vivi, intensi, immaginabili, come lo è quello dei roseti. Eh sì...i viaggiatori di un tempo avevano cieli azzurri, profumi e Poeti che sapevano cantarli.  Grazie alla loro voce i viaggiatori di oggi, certi viaggiatori, possono ancora percorrere le stesse strade, oltrepassare le porte delle città e respirarne il profumo. Mi sono fermata di recente a Sassari, guidata da Gaston Vuillier che la descrisse alla fine dell'ottocento, nel tempo in cui era ancora circondata dai suoi orti preziosi, quelli che hanno dato vita ad un Gremio fiero ormai di 500 anni di storia. "Sulla stessa soglia e all’interno vi sono mucchi di magnifiche mele lucide dal bel verde tenue, che si chiamano melappio. Fra le sale basse ve ne sono di colme, ed il loro soave odore vi segue lontano nella strada." Così passeggiava per Sassari il signor Vuillier, incredulo di tanta inaspettata bellezza e così io immagino sia l'odore di questa città, da quando l'ho percorsa a piedi insieme a lui, leggendo. L'odore di una città un tempo raccontava al viaggiatore il carattere dei suoi abitanti, quanto fosse lontano il mare, di cosa vivesse la gente. Dall'odore delle lavorazioni artigiane, dal profumo dell'aria si poteva capire di essere giunti alle sue porte, era il preludio alla sosta, al rifocillarsi, all'accoglienza. Da piccola, quando ancora le gite domenicali erano vere traversate oceaniche per me, ricordo che mi accorsi di essere arrivata a Monterosso perché sentii nell'aria l'odore delle acciughe sotto sale. Quando entrammo in paese, dalla parte della montagna, passammo in effetti davanti a numerose cantine aperte; sulle soglie donne di un'età indefinibile stavano chine su grandi vasi di vetro cilindrici, appoggiati a terra, li riempivano di acciughe  e sale e li chiudevano con un disco di ardesia scura, fermato da un sasso. Tutto attorno cassette, "platò", di acciughe argentate e fragranti e odore di mare aperto e di salmastro, indimenticabile profumo di un piccolo, grande viaggio.
 


3 commenti:

unbrivido ha detto...

L'odore ... indica ... identifica ...

Soffio ha detto...

un post che lascia "fiutare" odori profumi e colori

Patzy ha detto...

Non ho visitato Paestum ancora (spero nel mio prossimo viaggio nel 2014). Tuttavia ho trovato interessanti queste citazioni che hai postato sul "odore" e l'impatto che queste esperienze sensibile lasciano a noi, turisti. Recentemente, parlando con mio marito circa i ricordi del nostro ultimo viaggio in Italia, gli ho detto: "Mi ricordo come se, ancora oggi, potesse percepire l'odore di Roma quando fummo arrivati ... Ogni città ha il suo odore e se, mentre che la vista è indimenticabile, ancora di più grazie alla tecnologia (fotografia, cinema, ecc), il profumo è qualcosa che è lì, memorizzato da qualche parte nella memoria, e sempre emerge inspiegabilmente. Saluti, Red.