Con attrezzi di fortuna

Michel Petrucciani 


- Mi piace scrivere davanti alla finestra. Mi piace la luce naturale, la pioggia come oggi, che sgrana gocce sul tetto della veranda. Ieri ho scritto alla luce calda di una candela, perchè il temporale aveva reso il cielo cupo e buio, e le mie parole brillavano in quel tepore di fiamma. È bello avere un pensiero da trascrivere e farlo ad una luce così, con la pioggia e tutto il resto.

- Ma questo non è scrivere.

- Perché?

- Ti compiaci degli attrezzi, e della cornice. Non mi hai ancora detto cosa hai scritto.

- ...........

- Scrivere è scrivere. Non importa come, né quando, né tantomeno dove. Un giorno mi dirai che hai scritto su un pezzo di carta strappata da un calendario, con un mozzicone di matita, in una stanza affollata di gente che non conosci e che neppure ti vede, alla luce di un neon da stazione. Allora mi basterà guardarti per trovare nelle tue parole la luce calda di una candela e il temporale e la pioggia, goccia dopo goccia.

- Ti va un caffé?

- Sì, volentieri, grazie.

- A te.

4 commenti:

Soffio ha detto...

sempre un gran pathos nei tuoi post

ariodante76 ha detto...

something quite unexpected and elliptical... vague thoughts that arrive on a cool afternoon breeze.

Giò ha detto...

Il profumo di caffè
eccita i pensieri,
li spinge
li accelera.



anto bee ha detto...

quanti pensieri, quanta verità e bellezza in queste parole!