... nelle mani resta il ricordo di ciò che hanno tenuto.......

Conservato presso la Royal Collection, Wndsor Castle


La memoria nelle mani

Oggi sono le mani la memoria.
L'anima non si ricorda, è dolente
di tanto ricordare. Però nelle mani
resta il ricordo di ciò che hanno tenuto.

Ricordo di una pietra
che era accanto a un ruscello
e che raccogliemmo distrattamente
senza renderci conto della nostra sorte.
Però il suo peso ruvido,
 ci fa sentire che finalmente abbiamo colto
il frutto più bello di ogni tempo.
Di tempo sa
il peso di una pietra tra le mani.
In una pietra sta la pazienza del mondo, maturata con calma.
Incalcolabile somma
di giorni e di notti, sole ed acqua
quella che costò questa forma ottusa e dura
che accarezzare non sa e tanto fa compagnia
 con il suo solo peso, inspiegabilmente.
Se ne stette sempre quieta,
senza andarsela a cercare, serrata
in una volontà densa e costante
di non volare come la farfalla,
di non esser bella, come il giglio,
per preservare dall'invidia la sua purezza.
Quanti sottili gigli, quante esili
libellule son morti, lì, accanto
di tanto correre incontro alla primavera!
Essa seppe aspettare senza chiedere niente
di più dell'eternità del suo puro essere.
Per aver rinunciato al petalo, e al volo,
è viva e mi insegna
che un amore deve starsene probabilmente quieto, molto quieto,
lasciare le ali posticce della fretta,
e vincere così la propria morte.


Pure ricordano esse, le mie mani,
d'aver tenuto una testa amata tra le loro palme.
Niente di più misterioso a questo mondo.
Le dita riconoscono i capelli
lentamente, uno ad uno, come fogli
di calendario: sono ricordi
di altrettanti, pure innumerevoli
giorni felici
docili all'amore che li rivive.
Però al toccare la forma inesorabile
che dietro la carne ci si oppone
le palme si ritrovano cieche.
Non sono carezze, no, ciò che ripetono
passando e ripassando sopra l'osso:
sono domande senza fine, sono infinite
angustie fattesi palpazioni ardenti.
E non risponde loro affatto: un dubbio
che tutto fuoriesca e se ne fugga da noi
quando fra le nostre mani lo opprimiamo
ci assale dal calore di quella fronte.
Il capo si abbandona. E' la consegna assoluta?
Il peso nelle nostre mani lo insinua,
lo credono le dita,
e vogliono convincersene: toccano, toccano.
Però una voce ignota oltre la fronte,
-la nostra fronte o la sua?-
ci dice che il mistero più lontano,
poichè si trova lì così vicino, non si tocca
con la carne mortale con cui cerchiamo
lì, in punta di dita,
la presenza invisibile.
Avendo una testa in tal modo presa
nulla si sa, nulla,
salvo che sta il futuro decidendo
la nostra vita o la nostra morte
appresso a quelle dita ingannate
dalla bellezza di ciò che sostengono.
Fra mani cieche
che non possono sapere. La cui unica fede
sta nell'esser buone, nel fare carezze
senza stancarsi, per vedere se così si conquistano,
quando già il capo amato torna
a vivere di nuovo sulle sue spalle,
e sembra che nulla rimanga loro fra le palme,
il premio di non essere mai vuote.

Pedro Salinas 


Il testo in lingua originale
 si può trovare nella Biblioteca Digital Ciudad Seva
Tradotta con passione
e sprezzo della sintassi
da Red

Potete aiutarmi per favore?

Il Testo che ho utilizzato per la traduzione riporta nella quintultima riga la parola "casarse", che ho inizialmente tradotto con "sposarsi". Non trovando però un senso logico in questa parola inserita così, ho pensato che la versione originale possa presentare un errore di stampa: "casarse" al posto di "cansarse", che significa stancarsi e che calza a pennello con il senso della frase e dei versi. Lascio questa nota nella speranza che qualcuno sia in grado di scrivere qui quale sia la parola giusta; sarei davvero felice di poter ringraziare questa persona e risolvere così il mio dubbio. Nel frattempo, con estremo rispetto per l'Autore, mi permetto di correggere la parola nella mia traduzione.

¿Podéis ayudarme por favor?

El Texto que he utilizado por la traducción reconduce en el quintultima raya la palabra "casarse", que he traducido con "sposarsi" inicialmente. No encontrando pero así un sentido lógico en esta palabra integrada, he pensado que la versión original puede presentar una errata de imprenta:  "casarse" al sitio de "cansarse",  que viene de perillas con el sentido de la frase y los versos. Dejo este nota en la esperanza que alguien esté capaz de escribir aquí cual sea la palabra justa;  sería de veras feliz de poder agradecer a esta persona y solucionar así mi duda. En el ínterin, con extremo respeto para el Autor, me permito de corregir la palabra en mi traducción.

19 commenti:

Barbara ha detto...

Quando entro qui mi tolgo le scarpe per non fare rumore e mi siedo ad ascoltare, lontana dal frastuono.

Achab ha detto...

Ciao Red,bella poesia,mi piace come è stata tradotta,le mani sono il peso stesso della vita,le mani raccolgono amore e regalano odio alle volte,le mani si stringono in segno di pace ma il cuore non sempre è convinto,le mani sono il contatto principale per conoscere e dividere quello che si ha,le mani servono per fare le carezze,e io questa sera con una mia mano una carezza la dono al tuo viso.
Buona serata Red.
Un bacio.

red ha detto...

Barbara...
quando entri qui porti con te tutta la dolcezza della tua presenza.
Sì..ho visto giusto quel giorno..sei da abbracciare.
E io ti abbraccio! A presto

red ha detto...

Ciao Achab,
grazie...per le tue parole e per questa dolcissima carezza, vera.
La ricambio con tutto il mio affetto, a presto Amico caro.

ariodante76 ha detto...

My Dearest Red,

One line of this delightful poem makes me think of you: "In una pietra sta la pazienza del mondo, maturata con calma." I do not know much about your life, your habits, predilections, or foibles. Nonetheless, I have felt your spirit, and it as soothing and calming as a placid lake. The delicate care with which you tend your blog tells me that you have "la pazienza del mondo," and your keen eye and ear are the apparatus of a soul that is "maturata con calma."

I was quite taken with the metaphor of the rock that cannot flutter to and fro, like a butterfly, or dazzle with its beauty, like a lily. Still, the rock possesses many charms. As a child, one of my prized treasures was a geode that I once found on a trip. I also loved my small collection of rocks, the eye of tiger, turquoise, etc.

There are two rocks I keep on a small table in my living room, both from my second trip to Sicily in 2005. One is a piece of pumice from Mount Etna. I remember the trip to the volcano, the day after a visit to Taormina. The other rock is a river stone from the Gole dell'Alcantara. I will never forget the sting of the water, which is icy cold, even in the middle of summer. I could only wade in that freezing water as far as a few inches above my ankles; so shockingly cold was the water, that it hurt to wade any deeper. And yet, to my genuine amazement, there were young men diving in, with their whole bodies!

Thank you for stirring up some pleasant memories, and, as always, "the pleasure and privilege is mine."

Tuo, Daniel

ariodante76 ha detto...

Lovely sentiments, Barbara and Achab.

red ha detto...

My Dearest Daniel,
grazie....I am touched and delighted by your words, so dear...the words of a spirit that is listening to me con molto affetto e indulgenza, con delicata attenzione. The metaphor of the stone, that abdicates the lightness to preserve its own purity, has taken my mind and heart to the first reading: non ho potuto fare a meno di cercare di tradurre questo Poeta che non conoscevo...vissuto tra la fine dell'Ottocento e la metà del Novecento, intriso di romanticismo e realismo insieme... non conosco bene il Castigliano, ed ho fatto fatica..è stato, più che una traduzione, un atto d'amore per i suoi versi; trascriverli nella mia lingua per dar loro un respiro in più e una musicalità che, seppure incerta e approssimativa, potesse rendere la mia gioia nell'averlo incontrato.
E' come con te..you see? I use both our languages, to express how close we are to each other.
E dall'esigua distanza che ci separa..ti abbraccio con tantissimo affetto.
Grazie a te, my dear, precious Friend, for the poetic memories you share...

A presto!

grigioazzurro ha detto...

tradurre una poesia non credo sia mai facile.
Farlo come hai fatto tu significa ridargli vita, renderla anche tua, perchè ogni verso trasuda emozione.. non so bene come spiegare... come se tu avessi rivissuto ogni emozione del poeta.. Un forte abbraccio red!

red ha detto...

Ciao grigioazzurro, sono assolutamente d'accordo con te. Tradurre una poesia e difficile, impegnativo ed anche audace, persino per un autorevole traduttore. Ho ascoltato e letto dichiarazioni in proposito, fatte da traduttori riconosciuti e accreditati dall'Autore stesso al paziente lavoro di trasposizione. In tutti era evidente l'atteggiamento di estremo rispetto per la versione originale, di timore e pudore nell'accostarsi al lavoro del "proprio" Poeta........e in tutti era evidente l'amore profondo per la poesia e per le parole, che in essa rinascono davvero in melodie sconosciute e nuove. Io non sono traduttrice e pur avendo una formazione linguistica non possiedo gli strumenti e la conoscenza necessari per avvicinarmi con una qualche autorevolezza alla scrittura di alcun autore. Ma l'amore...l'amore per la poesia...... sì. Mi sgorga dentro come un fiume, quando gli occhi o le orecchie incontrano parole in versi.....Così, come un essere armato di irragionevole amore, e consapevole di scompigliare parole e sbrecciare terzine, assolutamente conquistata e incosciente....mi avvicino.
Grazie per aver dato un ulteriore significato alla gioia che ho provato nel tradurre..grazie per aver aggiunto alla mia gioia la tua attenzione.

Un abbraccio fortissimo

Anonimo ha detto...

io seguo quanto dichiara Barbara,
un momento di pace assoluta, una boccata d'ossigeno.
grazie cara Red ! e complimenti

red ha detto...

Grazie a te, Massimo, per la tua cara presenza e l'incantevole, sapiente mistura di Arte e Pensiero che condividi con il tuo blog.
Un abbraccio fortissimo, a presto

Costantino ha detto...

La traduzione,poesia nella poesia,dei versi ,mi ha indotto a cercare di conoscere perlomeno l'essenziale di Pedro Solinas,di cui ricordavo solo vagamente qualcosa.
Al di là della apparente semplicità è stata per me una lettura impegnativa.Ho colto anch'io la emozione di chi vi si è accostato per tradurla.
Nel leggere il testo originale ho cercato di carpirne alcune assonanze,non conoscendo la lingua.
Nel leggere,non nascondo di avere provato un piccolo rammarico per le tante cose che non conosco.
Ho sicuramente appreso qualcosa di nuovo e di bello,grazie.

red ha detto...

Permettimi di ringraziarti con particolare calore, Costantino, perchè le tue parole rendono testimonianza ad un aspetto della Poesia che amo sopra ogni altro: la capacità di trasmettere emozioni acnhe se non si conosce l'idioma in cui sono state espresse, descritte, vissute dal Poeta. Mi è capitato di emozionarmi profondamente ascoltando la lettura di una poesia di Marina Cvetaeva, pur non comprendendo il significato del testo in lingua russa. Credo profondamente nella poesia come insegnamento..a vari livelli. Poesia è percezione delle cose, alfabeto amplissimo e superiore, per scrivere...riscrivere il senso delle cose e di noi.

Ti scrivo il link ad un post che ho pubblicato qui su quella poesia russa, ma ti prego di accontentare una mia piccola richiesta porta col sorriso: prima di leggere il testo in italiano ascolta la lettura, poi leggi il testo e ascolta ancora. Mi permetto, perdona la passione travestita da presunzione, di anticiparti che scoprirai due suoni, due sensazioni, due inviti al volo: sulle ali di altissima poesia fatta di musica...e su quelle di altissima traduzione fatta degli stessi suoni, resi in parole che sono la tua lingua, che ti appartengono.
Grazie.

http://fugadistanze.blogspot.com/2011/03/io-vi-ringrazio-col-cuore-e-con-le-mani.html

Giò ha detto...

Le mani parlano, raccontano, insegnano. Indicano. Stringono. Scaldano, Lasciano. Avvicinano. Carezzano, come le parole di questa poesia, amabilmente tradotte.

red ha detto...

Ciao Giò,
grazie per la gentilezza del tuo commento, nel senso più completo di questa parola. C'è una gentilezza struggente nell'immagine che paragona fra loro le mani e le parole......mi fa pensare alla Poesia come ad una complessa, composita carezza di parole, un dolce movimento di mani, sull'anima.

Buon fine settimana,
un abbraccio

orso - homine de su marghine.. ha detto...

buongiorno red.
dalle mani si riconosce una persona,una bella stretta di mano e segno di amicizia.
buon sabato ciao frà.

red ha detto...

Buongiorno Frà,
sì, dalle mani e dalla loro stretta si capisce molto di una persona.
Stringo forte le tue mani Amico mio caro, buon sabato a te

Costantino ha detto...

Sono andato a leggere il tuo post di marzo:hai ragione,bellissime sensazioni. Un po'diverse,però,tra la traduzione,di formidabile poeticità, e la lettura (mi verrebbe da dire scansione) in lingua originale.Non riesco però a esprimermi meglio...due emozioni un pochino diverse l'una dall'altra.

red ha detto...

Per me diverse è proprio la definizione giusta. La Poesia per me è così: estremamente complessa. La considero un insegnamento proprio per questo, perché la sua complessità porta la mente ad esercitare la propria elasticità, la capacità di comprensione e la curiosità....Il tuo ascolto ne è un valido esempio. Hai guardato un pensiero, una condizione emotiva (quella del'Autrice) da due punti di vista completamente diversi: la sua cultura e la tua. A mediare questo distacco così netto eppure inspiegabilmente armonico c'è la traduzione, che è il ponte fra le due percezioni, perché dopo aver letto il testo tradotto, se riascolti la lettura originale, percepisci qualcosa di diverso ancora, che credo possa identificarsi con la consapevolezza di cosa quella scansione voglia dire. E' difficile da spiegare, ma apre la mente.......come la musica di Mozart.
Grazie.