Vicenza, 22 settembre 1786
L'aria settembrina è fresca, piacevole e dispone lo spirito alle passeggiate e alla conversazione. La meta scelta da Goethe per oggi è la Rotonda del Palladio, una villa davvero notevole, situata su una collina a circa mezz'ora di strada dalla città:- "Si tratta di un edificio quadrangolare che racchiude una sala tonda, la quale riceve la luce dall'alto" mi aveva anticipato, fra uno scossone a l'altro della carrozza che ci ha condotti qui, trattenendo a stento l'impazienza e l'entusiasmo procurati dal pensiero di visitare per intero un capolavoro palladiano; appena giunti l'impazienza è stata sostituita dalla passione e Goethe ha percorso tutto il perimetro dell'edificio analizzandone minuziosamente i particolari; quindi, ripetendo a mezza voce - Magnifica..magnifica...-, me ne ha fatto un riassunto, credo allo scopo di fissare bene in mente i dettagli da riportare nel suo diario, malgrado io fossi accanto a lui e potessi vedere con i miei occhi. Tuttavia anche se il nostro viaggio è appena iniziato, comincio a conoscere quest'uomo straordinario, perciò ho sorriso rassegnandomi volentieri ad ascoltarlo:- "Da tutti e quattro i lati si sale per le larghe scale che danno in altrettanti vestiboli, formati da sei colonne corinzie....Lo spazio occupato dalle scale e dai vestiboli è molto più grande di quello della casa stessa; infatti ogni singolo lato basterebbe per una buona facciata anche di un tempio" L'ammirazione, visibile sul suo viso e nella luminosità dello sguardo che accarezzava le architetture della villa, si è smorzata un po' visitando l'interno: Goethe ha rimarcato con malcelato disappunto la scomodità della sala rotonda, se pensata per ospitare una famiglia signorile in villeggiatura. Il suo spirito si è rinfrancato nel godere il panorama sul Bacchiglione, che scorre proprio nelle vicinanze, e sui possedimenti, in verità piuttosto vasti, della famiglia Capra che è proprietaria della villa. Percorrendo il perimetro esterno dell'edificio, Goethe ha copiato su un taccuino le iscrizioni dedicate alla figura del marchese Capra poste sui quattro frontoni e adesso, mentre sediamo a riposarci sotto le querce maestose del parco della Rotonda, le rilegge una di seguito all'altra per farmi notare che ne formano una sola. In particolare si sofferma sulla parte finale e, un po' ironicamente commenta:- "...un uomo che ha potuto disporre a suo talento di tanto denaro, sente ancora di dover sopportare noie e privazioni! Tutto questo, in verità, si può imparare anche più a buon mercato."
E' piacevole stare seduti all'ombra e chiacchierare; Goethe mi parla delle due visite fatte ieri a due persone molto interessanti: il botanico Turra e l'architetto Ottavio Bertotti Scamozzi, erede di quel Vincenzo Scamozzi che terminò il Teatro Olimpico dopo la morte del Palladio. -"Il dottor Turra è un uomo di grande finezza e bontà...Per cinque anni egli si è dedicato con passione alla botanica; è riuscito a mettere insieme un erbario della flora italiana ed ha inoltre fondato sotto il Vescovo passato un giardino botanico. Tutto questo però è andato perduto, la pratica della medicina ha preso il sopravvento sulla storia naturale: l'erbario è diventato preda dei tarli, il Vescovo è morto e il giardino botanico è ritornato, come sempre accade, un orto di cavoli e di agli." Dall'architetto Scamozzi, ormai vecchio, Goethe ha goduto dell'emozionante vista dei disegni del Palladio, che l'architetto ha raccolto ed archiviato. Inoltre ha ricevuto indicazioni sulla vera casa del grande architetto di cui , mi confessa con un'ombra di rammarico, vorrebbe possedere il progetto. "Immagino sia una splendida villa nel più puro stile del Maestro - chiedo sorridendo:- E' la più modesta casa del mondo...- mi spiega con un certo compiacimento.
E' tempo di tornare alla locanda, Goethe mi aiuta a salire sulla carrozza che ci aspetta, la splendida Rotonda si allontana sempre più diventando un nuovo, prezioso ricordo di questo viaggio. Questa sera Goethe prenderà parte ad una adunanza dell'Accademia degli Olimpici, in una sala accanto al Teatro e domani andrà a Thiene, per vedere, non senza un certo disappunto, i lavori di costruzione di un edificio nuovo sulla pianta di uno antico. Arriviamo alla locanda in tempo per la cena, il locandiere ci saluta cordialmente informandosi sulla nostra gita alla villa ...mentre mi accingo a salire le scale che portano alla mia camera, non posso fare a meno di sorridere nel sentire Goethe che, particolarmente ciarliero forse per la troppa emozione della giornata trascorsa, si intrattiene col locandiere esprimendo il suo apprezzamento per il carattere dei vicentini...la curiosità mi costringe a fermarmi sui primi gradini per ascoltare:-"...i vicentini... san godersi, fra loro, i vantaggi di una grande città...affabili...e pieni di attenzioni. Le donne mi piacciono in modo speciale... - porto una mano alla bocca per impedire che il mio sorriso diventi sonoro, Goethe e le donne.. :- Non per muovere appunti alle veronesi, che hanno un bel corpo e il profilo così espressivo...ma che sono di color pallido.. A Vicenza invece... creature leggiadre in tutto e per tutto...specialmente quelle coi capelli neri e ricciuti..mi ispirano una simpatia particolare... - Faccio appena in tempo a salire fino al ballatoio e sparire dietro l'angolo, mentre Goethe saluta il locandiere e sale la scala; prima di entrare nella sua camera mi raggiunge davanti alla mia porta e sorridendo mi augura una notte serena; ricambio volentieri il sorriso, mentre Goethe da vero gentiluomo accenna un inchino col capo e si ritira, soffermando un istante lo sguardo su un ricciolo scuro, scivolato dall' acconciatura sulla mia fronte.
E' tempo di tornare alla locanda, Goethe mi aiuta a salire sulla carrozza che ci aspetta, la splendida Rotonda si allontana sempre più diventando un nuovo, prezioso ricordo di questo viaggio. Questa sera Goethe prenderà parte ad una adunanza dell'Accademia degli Olimpici, in una sala accanto al Teatro e domani andrà a Thiene, per vedere, non senza un certo disappunto, i lavori di costruzione di un edificio nuovo sulla pianta di uno antico. Arriviamo alla locanda in tempo per la cena, il locandiere ci saluta cordialmente informandosi sulla nostra gita alla villa ...mentre mi accingo a salire le scale che portano alla mia camera, non posso fare a meno di sorridere nel sentire Goethe che, particolarmente ciarliero forse per la troppa emozione della giornata trascorsa, si intrattiene col locandiere esprimendo il suo apprezzamento per il carattere dei vicentini...la curiosità mi costringe a fermarmi sui primi gradini per ascoltare:-"...i vicentini... san godersi, fra loro, i vantaggi di una grande città...affabili...e pieni di attenzioni. Le donne mi piacciono in modo speciale... - porto una mano alla bocca per impedire che il mio sorriso diventi sonoro, Goethe e le donne.. :- Non per muovere appunti alle veronesi, che hanno un bel corpo e il profilo così espressivo...ma che sono di color pallido.. A Vicenza invece... creature leggiadre in tutto e per tutto...specialmente quelle coi capelli neri e ricciuti..mi ispirano una simpatia particolare... - Faccio appena in tempo a salire fino al ballatoio e sparire dietro l'angolo, mentre Goethe saluta il locandiere e sale la scala; prima di entrare nella sua camera mi raggiunge davanti alla mia porta e sorridendo mi augura una notte serena; ricambio volentieri il sorriso, mentre Goethe da vero gentiluomo accenna un inchino col capo e si ritira, soffermando un istante lo sguardo su un ricciolo scuro, scivolato dall' acconciatura sulla mia fronte.
Brani tratti da
Viaggio in Italia
1786-1788
1786-1788
di Johann Wolfgang Goethe
nella traduzione di Eugenio Zaniboni
Titolo originale dell'opera: Italienische Reise
4 commenti:
Ciao Red, passo di qui per un abbraccio e un pò d'aria pulita..... Sile
Ciao Sile, vorrei davvero un giorno poterti abbracciare di persona..nel frattempo ti dico, se non lo hai già capito, che in ogni mio post c'è un abbraccio per te, che aspetta solo di essere colto...buonissima giornata, non uscire troppo se puoi..un bacio
Grazie per aver condiviso questo racconto.Saluti a presto
Grazie a te Cavaliere Oscuro, buona serata e buon weekend
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