Il tortello alchemico - 1

Parmigianino - Ritratto di Gian Galeazzo Sanvitale


Qualche anno fa, seduta comodamente davanti ad un fumante piatto di tortelli alle erbette profumati da un eccellente Parmigiano, a due passi dalla Rocca Sanvitale di Fontanellato... ho scoperto una storia. Una storia nascosta nella Storia e dire nascosta è più che mai corretto in questo caso. Ma conviene procedere con ordine, partendo dall'istante esatto in cui i rebbi della forchetta hanno tagliato in due il primo tortello, liberando un profumo unico... che ancora sento..chiaramente. In quel preciso istante il mio accompagnatore ha iniziato a raccontare una storia a me sconosciuta, affascinante come tutte le storie che si perdono nella nebbia del tempo... Nel 1524 Gian Galeazzo Sanvitale, signore della Rocca di Fontanellato e sposo di Paola Gonzaga, chiama alla sua corte un pittore parmense di appena ventun anni, allievo del Correggio, Francesco Mazzola detto il Parmigianino. Poco tempo prima di quella convocazione, la Rocca Sanvitale è funestata da un evento luttuoso: la morte prematura del figlioletto di Gian Galeazzo e Paola, considerata con buona probabilità il motivo all'origine della committenza. Il signore incarica il Parmigianino di affrescare la volta di uno studiolo, un piccolo locale situato al primo piano della Rocca, sulla cui destinazione d'uso ancora oggi si discute e il pittore inizia i lavori nell'estate o forse nell'autunno di quell'anno. Un sorso di Lambrusco, quello prodotto dai vitigni a bacca rosa...accompagna l'ultimo tortello; il mio colto commensale continua il suo racconto, le terre colorate fanno la loro comparsa nel mio immaginario, complice il Lambrusco hanno colori molto vivi, così che posso vedere benissimo gli ossidi e le terre di Siena, insieme ai blu intensi che daranno poi origine al cielo dominante negli affreschi dello studiolo. A questo punto il racconto si interrompe, per lasciare spazio all'incontro con la personalità del Parmigianino e soprattutto con l'aura alchemica che ne circonda tutta la vita e la produzione pittorica. Simboli alchemici sono disseminati nelle sue opere, a cominciare dal suo "Autoritratto allo specchio", eseguito giovanissimo, passando per il ritratto di Gian Galeazzo Sanvitale, suo primo grande committente. Quest'ultimo dipinto, oltre ad illustrare il carattere volitivo del condottiero rappresentato da elmo, mazza ed armatura sullo sfondo, contiene almeno due simboli alchemici: un medaglione sul cappello, ornato d' un caduceo ermetico che simboleggia Mercurio patrono dell'achimia e una moneta, tenuta tra le dita dal signore, recante il numero 72. Esistono diverse interpretazioni circa il significato di questo numero; la più accreditata sostiene che le due cifre 7 e 2 siano un chiaro riferimento ai sette metalli e ai due principi costitutivi della materia metalllica com'era intesa ai tempi del Parmigianino. Mentre un piatto profumatissimo di culatello di Zibello, accompagnato da biondi riccioli di burro, arriva ad occupare il posto lasciato vacante dai tortelli, il mio commensale mi fa notare che se Gian Galeazzo decide di farsi ritrarre circondato da simboli alchemici, allora...le teorie che vedono negli affreschi dello studiolo più di un significato in tal senso sono assolutamente da prendere per vere. :- Ricapitoliamo - mi dice - un pittore alchimista, tanto da lasciarsi quasi morire d'inedia per perseguire i suoi intenti  esoterici, almeno secondo il Vasari, chiamato a dipingere affreschi per un colto signore che si fa volentieri ritrarre fra simboli alchemici... ce n'è abbastanza per dare uno sguardo un po' più analitico su questi splendidi  dipinti in cui l'elemento mitologico, dato dalla scelta del tema pittorico, è solo un prestesto per dichiarare ben altri intenti, ben altri significati. - Non posso che essere d'accordo, sia perché l'argomento è affascinante e l'idea di analizzare gli affreschi decifrandone i vari elementi mi attrae molto, sia perché la cucina emiliana ha il potere di predisporre lo spirito alla felice convivenza, all'accoglienza; quindi mi appresto ad ascoltare il seguito di questa storia, mentre con le posate convinco dolcemente una profumatissima fetta di culatello a lasciarsi catturare...

Autoritratto allo specchio

2 commenti:

Achab ha detto...

Ciao Red,bellissimo post,mi piace questo genere,e poi io sono un grande golosone.
Buona serata.

red ha detto...

Grazie Achab, e buonissima serata a te!